La notevole ricchezza culturale che cela
Ravello, la solarità maestosa dei suoi edifici e delle sue
roccaforti, le ville e lo splendido panorama sulla Costiera
Amalfitana non possono non incantare il turista, o anche il
semplice viandante che transita per questa splendida cittadina
della Costiera, la prima cosa che penserà il visitatore è sicuro quella di una storia importante del luogo che conserva
ancora tutto il fascino e la grandezza di un tempo. Ravello fu
luogo di residenza di famiglie e personaggi nobili ed importanti,
certo sin dall'antica Roma. Ravello fu sede episcopale dal 1086
fino al 1818 e l'Arcivescovo di Amalfi l'esentò comletamente da
ogni controllo. Il Duomo è consacrato a Santa Maria Assunta e
conserva le spoglie sacre del sangue di San Pantaleone che, come
a Napoli per San Gennaro così ogni anno anche a Ravello avviene
il miracolo dello sciogliersi del sacro sangue che dura per
circa un mese, dalla sua festività del 27 luglio fino alla
festa della Santa Croce del 14 settembre. Celebri le porte in
bronzo datate al 1179 ad opera di
Barisano da Trani, sono composte di 54 riquadri divisi da
tasselli decorati ad arabeschi. Il pulpito, opera del 1272 di
Nicola di Bartolomeo da Foggia, fu eretto per volere del nobile
ravellese Nicola Rufolo, a fronte dell'ambone dell'Epistola,
eretto essendo vescovo di Ravello il patrizio Costantino Rogadeo
(1094-1150). Notevole anche l'imponente pala raffigurante S.
Michele Arcangelo, dipinta nel 1583 da Giovanni Angelo d'Amato
di Maiori
Recentemente nella Cripta è entrato in funzione un museo che
contiene i resti del ciborio fatto costruire da Matteo Rufolo,
figlio di Nicola e successivamente fatto demolire nel 1773 dal
vescovo Michele Tafuri; ; del bellissimo portico (abbattuto nel
1786); gli antichi reliquari di Santa Barbara, San Bartolomeo,
San Tommaso e il finissimo busto di Sichelgaita Rufolo, moglie
di Nicola, posto un tempo sulla porta d'ingresso del Pulpito. A
fianco della chiesa, un monumentale campanile del
quattordicesimo secolo. Autentici capolavori di arte sacra si
trovano anche nella chiesa di San Giovanni del Toro, tra
l'undicesimo ed il quattordicesimo secolo che conserva un
pulpito di raro pregio artistico; la chiesa di Santa Maria a
Gradillo e la chiesa e Chiostro di San Francesco, in cui sono
conservate le spoglie del Beato Bonaventura da Potenza con
alcuni suoi cimeli. Poi il monastero di Santa Chiara, la chiesa
di San Pietro Apostolo alla Costa, con imponente atrio. La
testimonianza dello splendore raggiunto dalle sue nobili
famiglie restano i palazzi d'Afflitto e Confalone. Discorso a
parte meritano le ville. Villa Rufolo ha conservato molto
dell'antico splendore, con le sue torri e una parte del cortile
moresco. Fondata da Nicola Rufolo la villa ha ospitato illustri
visitatori
e tuttora è notevole attrazione turistica. La famiglia Rufolo
entra nel mito ed è immortalata da Giovanni Boccaccio nella sua
novella "Il Decamerone" dove ha descritto la magnificenza della
Costa d'Amalfi medievale e le peripezie marittime di Landolfo
Rufolo. La villa passo dai Rufolo ai Confalone e poi ai
d'Afflitto, che la vendettero a Francis Neville Reid, il quale
vi creo un autentico giardino di delizie e non a caso quando
Richard Wagner, con sua moglie Cosima Liszt, visito la villa, il
26 maggio 1880, mentre era intento alla stesura del
Parsifal, vi ritrovo l'immagine del magico giardino di Klingsor.
Villa Cimbrone appartenne alla famiglia patrizia degli
Acconciagioco, per poi passare ai Fusco, agli Amici di Atrani e
infine al secondo Lord Grimthorpe, che con l'ausilio del
ravellese Nicola Mansi, creo un contenitore di incanti
paesaggistici incomparabile, tra i quali spiccano il belvedere,
la gotica sala da pranzo e la spettacolare villa 'la Rondinaia'.
Ravello attualmente e' una delle mete piu' ambite dai turisti
che alternano al mare le liete serate ricche di manifestazioni
culturali,
dove possono godere del clima fresco della sua altitudine nelle
serate d'estate, dove la piazza e le terrazze dopo le prime luci
della sera si anima e veste di un fascino particolare, antico e
mistrerioso. |