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PRAIANO
Foto di Giovanni Scala |
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L'origine del nome Praiano
deriva probabilmente dal latino "Pelagianum" ovvero "mare aperto",
successivamente corrotto in Plagianum e quindi nel nome attuale.
Appunto Il nome di antica origine di Praiano "Palagianum",
suggerisce una certa continuita' diretta dall'Antica Roma,
quando nel primo secolo d.C. la Costiera Amalfitana era la
localita' preferita di ricchissimi liberti di imperatori romani
i quali sceglievano la nostra costa per edificare imponenti e
sontuose ville per la loro residenza, ma la storia purtroppo
e' stata un po' avara con il paese custodendo i suoi tesori,
infatti, a differenza della vicina Positano con i suoi numerosi
ritrovamenti, ed altre rovine e ville sparse in tutta la
Costiera, a Praiano tutto fa presagire su di un affascinante
passato senza pero' svelarne i segreti.
Praiano a monte confina con Agerola, ad est con Furore ed a
ovest con Positano, come una piccola penisola che si estende da
monte verso il mare, sembra spartire Positano e la Penisola
Sorrentina dalla Costiera Amalfitana. Per il suo difficile
accesso dal lato mare e per la sua comformazione geografica
montuosa e regolare, nel corso della sua storia non ci sono
stati eventi traumatici, almeno nelle memorie degli ultimi
milenni.
Negli attuali abitanti di Praiano e' forte l'abitudine di
distinguere la frazione a monte, da quella del lato mare con il
termine "Praiano" e "Vettica", questa distinzione ha radici
nella storia della Repubblica Marinara di Amalfi, quando il
territorio era diviso in due Casali; il "Casale di Praiano"
nella parte alta del paese ed il "Casale di Vettica Maggiore"
nella parte bassa. La divisione era caratterizzata anche da
diverse attivita' lavorative e diverse economie; nella parte
alta del paese era sviluppata la pastorizia e l'agricoltura, a
valle altre attivita' dipendenti dal mare.
Praiano fece parte della Repubblica Amalfitana dando valido
contributo in forza di braccia e di prodotti della propria terra
ed artigianali. In eta' angioina i casali di Praiano e Vettica
Maggiore si misero in luce poiche' alcune famiglie locali
contribuirono con i loro servizi marinari verso la citta' di
Amalfi. Alcuni documenti del quindicesimo secolo parlano di
scambi commerciali che avvenivano presso la spiaggia della
Praia, in apposite botteghe. Nella stessa spiaggia verso il 1400
fu tirata a secco una caravella per riparazioni. Una
testimonianza storica di un importante passato marinaro si puo'
ammirare nell'antica "Casa del Navigatore", dove un
affresco del 1500 raffigura navi spagnole sulla costa di Praiano.
La bella torre detta "Assiola" o "Sciola" risale addirittura al
1278, e fu fatta erigere da Carlo D'Angio, nella stessa localita'
esisteva un attracco per le navi, detto "scarricaturo", cioe'
luogo dove le navi caricavano e scaricavano le loro merci, una
cittadina quindi dove avvenivano scambi commerciali e dal forte
carattere marinaro che prospero' fino al 1700.
Gli antichi abitanti di Praiano tuttavia erano attivi ed
industriosi, si lavorava il lino, si confezionava il cosiddetto
"filo torto", le famose retine per i capelli che fornivano tutta
la Costiera, a valle si confezionavano le alici in salamoia che
venivano anche esportate, si confezionavano decorazioni per
feste ed inoltre si pescava il corallo; attivita' difficile e
rischiosa che richiedeva una forte tempra, fiato e forza fisica
per immergersi in apnea, ma che rendeva abbastanza e che si
tramandava da generazione a generazione, e tra tali praticanti
ed altre genti di mare correva l'abitudine di portare un
orecchino all'orecchio sinistro, questa antica tradizione sembra,
sia stata copiata ai saraceni e che per tradizione richiama
antichi canti e preghiere alla "Mamma Schiavona". La pratica
della pesca al corallo ha prosperato a Praiano per ben cinque
secoli fino a 1800 circa, e da alcuni documenti del
quindicesimo secolo relativi ad una vendita si rammenta che per
un "rotolo di corallo" occorrevano "tre taremi e 10 grani": "tarenis
tribus et granis decem". La durezza di quel mestiere redditizio
soprattutto per i padroni viene ricordata in una antica ballata
che diceva:"Quanno levaimo a cimma 'a terra, perdiettimo 'o
nomme e cristiano e ogni ppoco figlie 'e cane lla ce stevano 'a
chiamma"; i pescatori di Praiano andavano con le loro
imbarcazioni a vela fino all'isola di Ponza, e se la pesca non
era andata bene allora si faceva rotta per l'Asinara, e se
calava il vento ("calia di mare") poi gli toccava anche remare.
Con le loro attivita' industriose, gli antichi cittadini di
Praiano si autotassarono per versare un contributo alla loro
Chiesa Madre, e cosi' fecero erigere un altare dedicato al
“Martirio di S. Gennaro", con lo stesso contributo (un ottavo
del guadagno; "la mezza de quarto") comprarono dei pastori
finemente lavorati in legno per il presepe della Chiesa di San
Luca, che purtroppo vennero trafugati nel 1968 assieme ad altre
reliquie.
Il senso della collettivita' del popolo di Praiano si fece
notare in un altra occasione, nel 1735 di nuovo contribuirono
per la ricostruzione della antica Chiesa ed Abbazzia di Santa
Maria ad Castro, successivamente ristrutturata, sempre con
l'aiuto dei cittadini nel 1975. Tale complesso monastico si erge
sulla Vallata del Campo e dalla sua posizione guarda tutta
Praiano e la costa, per il suo panorama tra i piu' belli della
Costiera Amalfitana attualmente non mancano i visitatori, i
quali sono accolti benevolmente dai Frati e per raggiungere
l'Abbazzia bisogna percorrere un tortuoso sentiero che
attraversa l'intera Vallata della Fontanella. Secondo un antica
leggenda la Chiesa fu fata erigere in seguito ad un evento
miracoloso; un immagine dipinta della Beata Vergine delle Grazie
sull'intonaco di una muraglia. Secondo un documento con data del
1848 Il dipinto "miracoloso" fu scoperto da una donna di
Cerasuolo che portava al pascolo le sue mucche.
Praiano dipendeva canonicamente dall'Abate di Positano, il quale
dalla sua Badia della B.M. Virginis et Beati Viti Martyris,
aveva giurisdizione anche su altre chiese del territorio tra cui
la chiesa di S. Croce nel lido di Vettica Maggiore. Praiano
ha due chiese madri; la Cappella di
S. Luca, conserva un ricco interno a tre navi. Un grande busto
argenteo, raffigurante S. Luca, e i quadri opera del pennello di
Padovano di Montorio e Giovan Bernardo Lama, originario di Praiano,
impreziosiscono il Tempio. Da tener presente il singolare
simulacro della Vergine Maria rappresentata in vesti
settecentesche da pastorella. Il panorama che si gode dalla
chiesetta di S. Maria di Costantinopoli e' davvero stupendo. A Vettica la chiesa parrocchiale,
consacrata a San
Gennaro e ricostruita nel 1589, con preziose opere pittoriche
del pennello di Giovan Bernardo Lama, vanta una magnifica cupola
interamente rivestita di piastrelle policrome, e dall'ampio
sagrato una meravigliosa vista sul mare.
Attualmente il "Cuore della Costiera Amalfitana" come viene
definito Praiano, e' un tranquillo paese che offre eccellenti
servizi turistici e di ristorazione, alla spiaggia della Praia
ogni mattina sbarcano pescatori che offrono il loro pescato a
chiunque desideri gustare i "veri" prodotti di mare, infatti
l'attivita' della pesca, a differenza di quasi tutti gli
altri paesi della Costiera Amalfitana, rimane una tradizione
costante ed immutata nel corso dei secoli. Il pescato viene poi
rivenduto ad i vari ristoranti della zona dove si possono
degustare tali prodotti secondo ricette anch'esse di antica
tradizione; da non perdere, per il turista in visita sulla
costiera, una capatina in uno dei numerosi ristoranti e
trattorie della localita' turistica.
Inoltre, forse unica nel mondo per la sua storia e bellezza, una
"Mitica" ed ormai "leggendaria" Discoteca: il "Night Club
L'Africana". La discoteca praticamente e' adattata ad una
suggestiva e particolare caverna sotterranea sospesa sul mare,
tra cunicoli e stalattiti numerosi autentici trofei ed oggetti
di vario genere di origine africana, danno un tocco di selvaggio
mistero.
La discoteca nacque da un idea di Luca Milano, proprietario
della stupenda grotta, decise di adattare tale suggestiva
bellezza della natura ad una "balera". Nel 1962 Luca conobbe la
famosa ballerina Margot Fonteyn, esperta di musica etnica e di
arte africana, i due si innamorarono e da questo connubio di
amore, passione per la musica e gusti esotici il locale ebbe il dono di una
grossa notorieta'. Successivamente i due si lasciarono in
seguito a controversie, ma "Lui" continuo' seguendo la strada
ormai tracciata, e tutte le estati, i fortunati visitatori del locale
poteva proiettarsi davvero in un altra dimensione, tra musiche etniche,
spettacoli, esibizioni e
balletti da cabaret il Night Club L'Africana poteva permettersi
il lusso di essere unico ed originale. Luca e' scomparso
tragicamente il 6 maggio 2005 nello stesso locale cui ha dedicato
una vita, e con lui si porta via un epoca...ma per i fortunati
che potranno visitare ancora il locale forse tra balli e musiche
si potranno ancora scorgere i volti sorridenti di personaggi
come Jhon Kennedy, Frank Sinatra, Giuliana la "Regina d'Olanda",
Rudolph Nureyev e di tanti altri personaggi noti, avventurieri e
innamorati che lanciando un fiore nel magico pozzo al centro
della pista hanno sognato di amori estivi e notti stellate, tra
la brezza di melodie gioiose, ritmi selvaggi e sensazioni
stregate...
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