Positano        Praiano        Furore      Conca dei Marini    Amalfi           Atrani          Agerola           Ravello          Maiori            Minori          Cetara            Scala       Vietri sul Mare   Tramonti
MENU

» Positano
» Praiano
» Furore
» Conca dei Marini
» Agerola
» Amalfi
» Atrani
» Ravello
» Scala
» Maiori
» Minori
» Tramonti
» Cetara
» Vietri sul Mare
»
»

»
»
»
»
»

INFO



SERVIZI

» Siti di interessi, info Positano

» Aggiungi la tua struttura

» Web Designer, creazioni siti web


Design by Gio&Vi

COSA VISITARE A FURORE

    IL FIORDO, L’ECOMUSEO E IL SUO VALLONE

Percorrendo la strada statale amalfitana, da Positano verso Amalfi, poco dopo Praiano si passerà su di un ponte, siamo sul Fiordo di Furore e non si potrà non notare e rimanere incantati alla vista di una profonda insenatura nella roccia che morfologicamente divide Conca dei Marini dalla vicina Praiano. Le due parti unite dal suddetto ponte della strada che va verso Amalfi. Da una scala che parte dalla strada, si scende aggrappati lungo il fianco della parete rocciosa fino ad arrivare al fondo del vallone, oppure si può anche raggiungere per via mare, passando sotto il suggestivo ponte. Il Fiordo, un vero e proprio museo naturale, modellato dal lavoro della storia, è un meraviglioso vallone ricoperto da una lussureggiante e imponente vegetazione nella quale si nascondono antiche cartiere, mulini, canali e grotte preistoriche. Qui lasciò la sua impronta Anna Magnani, la quale nel 1948 vi acquistò un “monazzeno” (praticamente una casetta di pescatori) dove visse la sua intensa storia d’amore con Rossellini durante le riprese de “Il Miracolo” (secondo episodio del film l’Amore) scritto da Fellini. All’interno del borgo del Fiordo c’è un Ecomuseo , dove anticamente funzionavano due cartiere, due mulini e una calcara dove si produceva la calce, secondo gli antichi sistemi di edilizia. Il museo si divide in varie sezioni: lo Stenditoio, dove veniva fatta asciugare la carta, che adesso è adibito a Centro convegni ; la Cartiera mulino ospita il museo ed un ricco erbario sulle più rare essenze vegetali; l’Aula celeste per l’osservazione delle stelle; il Monazeno accoglie un Centro documentazioni Costa Diva, dedicato al cinema che ha utilizzato la Costa Amalfitana per i propri set; e infine l’archivio dei Muri d’Autore, un’unità illustrativa dell’associazione Paesi Dipinti. L’Ecomuseo costituisce uno straordinario punto di riferimento non solo per Furore ma per l’intera riscoperta della cultura della Costiera Amalfitana.

LA SPIAGGIA

Molto suggestiva la spiaggetta del borgo, dove ogni estate si affolla di bagnanti.

I MURALES

Furore è denominato anche il  "paese dipinto" perchè lungo la strada che va dalla Strada Statale Amalfitana, da Amalfi a salire verso Agerola si potranno ammirare numerosi dipinti, sculture e altre opere d’arte contemporanea dove ogni muro è opera d'arte, dietro ogni curva riserva una sorpresa. I murales di Furore hanno preso forma a partire dal 1980 con il contributo di numerosi artisti italiani e stranieri. Furore fa parte dell’Associazione Italiana dei Paesi Dipinti dove occupa un posto di rilievo, con una notevole galleria di opere all’aperto realizzate da artisti italiani e stranieri e che rappresentano in chiave contemporanea la propria storia, tradizioni e miti. Fanno parte dell’Associazione Italiana dei Paesi Dipinti  ben 85 piccoli paesi italiani i cui muri esterni delle case sono decorati con pitture murali, antiche e moderne, realizzate nelle più diverse tecniche pittoriche, dalla ceramica agli affreschi, dai graffiti ai murales.  L’iniziativa nacque dal 1980.

Tra i realizzatori il merito va al Sindaco, sono stati Elio, Luigi e Rosario Gazzella, affermati artisti napoletani, il cui atelier di Villa Haas ha goduto di illustri frequentazioni, da Dino Buzzati a Carlo Levi, da Marcello Venturoli a Giulio Carlo Argan. Luigi, lo scultore, ha realizzato sul posto “La Vela”, inno alla leggerezza e alla forza dell’aria. Elio, il pittore scultore, ha dedicato la sua opera in cemento alla terra, mentre l'artista Rosario si ispira al tema della pesca quale richiamo all’acqua. Poi i fratelli Mazzalla, Giuseppe Leone e Maria Padula, che traducono in dipinti eventi e memorie tra storia e leggenda. E ancora Annamaria Grassia che affida alla ceramica le sue tematiche floreali, di insolite e delicate cromie. Da diversi anni Furore si è rivolta anche all’Europa: il tedesco Fritz Gilow, il polacco Werner Christian Wontroba, il franco-argentino Marco Lopez Bernal, che hanno collaborato rappresentando per lo più nelle loro opere il connubio tra l’uomo e il mare. Successivamente si sono aggiunte le opere dei fratelli Castelli, Mario Giovannetti, Pippo Borrello, Anna Crosio, Nadia Farina e Carlo Fayer.

LA CHIESA DI SAN MICHELE

Interessantissima è la Chiesa di San Michele, come esempio della cosiddetta arte e architettura popolare barocca tipica di queste zone verso il XVII secolo. Oltre a questo, la sovrapposizione di elementi gotici, come l'arco acuto, con gli stili romanici delle decorazioni figurative, indica come questa Chiesa fu costruita in un momento di grande evoluzione delle tendenze artistiche. La struttura interna è divisa in tre navate da colonne con capitelli in marmo dalle linee essenziali e con motivi geometrici che assieme al l'affresco del soffitto fanno parte della parte originaria della Chiesa. Le navate laterali sono sovrastate da volte a crociera in contrasto con il soffitto piano della navata centrale. La navata di destra riceve l’illuminazione da suggestive finestre XVI secolo. La semplicità dei tre altari posti nei tre absidi circolari, sono testimonianza dell’antica pratica locale di avvicinarsi agli stili barocchi sfruttando materiali poveri, che comunque ottengono risultati vivaci e interessanti.

LA CHIESA DI SAN GIACOMO

La Chiesa di San Giacomo è la chiesa madre di Furore ed anche la più antica. Ci sono notizie della datazione di questa chiesa in documenti risalenti al tempo in cui l'area di Furore era conosciuta come Santi Jacobi de Casanova. Nel 1858 il parroco don Giuseppe Fiorio ha dato luogo ad un restauro complessivo della Chiesa, e per questo oggi è abbastanza difficile percepirne la forma originale. Per questo motivo uno storico dell'architettura locale ha dedicato molti anni di studio per capire quale fosse l’antica forma della Chiesa. La sua ricerca è consultabile nei documenti conservati nella stessa Chiesa. Oggi la Chiesa di San Giacomo ha la tipica struttura a tre navate separate da archi e sorrette da colonne. Il soffitto della navata centrale è piano, mentre ai lati si innalzano cupole a volte incrociate. Sulla parete della navata di destra sono state riportate alla luce affreschi molto antichi, che fanno pensare ad un passato di una cappella rupestre, un' ulteriore prova delle antiche origini San Giacomo. Probabilmente costruita sui resti di questo nucleo centrale, e la Cappella originaria utilizzata per le sepolture e per i funerali. Oltretutto nella chiesa vi è una ricca raccolta di iconografie religiose, specialmente di Santa Lucia, Maddalena e Caterina d'Alessandria, ma principalmente un affresco in cui è raffigurata la storia di Santa Margherita, risalente al periodo medievale. Alla chiesa si accede lungo un'imponente e colorato campanile che sovrasta il paese, ed è uno degli elementi più in risalto del paesaggio locale.

LA CHIESA DI SANT’ELIA La Chiesa di Sant’Elia è localizzata nella zona più periferica di Furore, la sua struttura è semplice con un unica navata centrale, ma nello stesso tempo la sua architettura è piuttosto complessa, poiché è stata oggetto di innumerevoli restauri che ne hanno decisamente modificato l' aspetto originario. Il fulcro della Chiesa di San Elia è la navata a pianta quadrata, dominata da volte a crociera sostenute da due colonnine. Dapprima si pensava che questa fosse la parte originale della Chiesa, dove nel XV secolo fu aggiunta la navata grande, con una cappella su ogni lato più il presbiterio. Il campanile forse fu eretto in quello stesso periodo. All'interno troviamo un famoso trittico ligneo del 1479, ad opera di Angelo Antonello di Capua che rappresenta la Vergine Maria ed i Santi Elia e Bartolomeo.

LA CHIESA DI SANTA MARIA