Dottor Domenico Fiorentino,
1902-1982. Medico che si prodigava notte e giorno, a dorso di mulo o a piedi, in un paese
difficile per la sua toponomastica dove è difficile vivere e persino morire, è quanto di più appropriato potesse esserci.
"Don Domenico Fiorentino" Ultimo di 4 fratelli e 2 sorelle, nacque a Positano il 31 ottobre 1902, mentre i fratelli emigrarono in America lui ha frequentò il liceo classico Plinio
Seniore a Castellammare di Stabia, ospite nel seminario vescovile. Si laureò con il massimo dei voti in medicina e chirurgia presso l’universtita di Napoli nel 1928 e
allievo in patologia medica di
San Giuseppe Moscati (medico santificato da papa Giovanni Paolo II nel 1987).
E si specializzo in igiene e in ginecologia. L’anno successivo partì per il servizio militare in marina come sottotenente medico,
dove rimase fino alla fine della seconda guerra mondiale raggiungendo il grado di capitano medico è congedandosi con il grado di colonello medico.
Nel 1934 si uni in matrimonio con Auletta Giuseppina , figlia del farmacista di Piano Di Sorrento , matrimonio che fu allietato dalla nascita di tre figli, Maria Concetta, Vito, e maria Rosaria. Prestò servizio militare in Albania e all’ospedale militare di Palermo, in Albania fu ferito a una gamba e fu ricoverato a Firenze.
All’inizio della seconda guerra mondiale fu richiamato , è quando la Francia fu occupata dai nazisti prestò servizio sempre come ufficiale medico in Normandia e in un ospedale di Parigi. Dopo lo sbarco degli americani in Normandia fu deportato in treno a Berlino insieme a medici francesi. Al confine con il Belgio notte tempo il treno si fermò perché la rotaia era occupata da tronchi d’albero trasportati dai partigiani, egli allora con un collega francese scese dal treno e dopo
ben tre mesi attraversando campagne e monti arrivò a Positano.
Qui ebbe l’amara sorpresa di non trovare più i genitori che erano deceduti tra
il 1940/41 e l’amata moglie deceduta nel 1943. Da allora partì da zero dedicando il suo tempo e la sua preparazione professionale alla cura della popolazione di Positano e alla famiglia. Certamente le condizioni ambientali erano avverse in quanto il medico operava
a tempo pieno, tenendo conto che non c’era il telefono ne la rotabile per Montepertuso e Nocelle, il trasporto dei malati avveniva a spalla
o con barella. Nel dopoguerra le cose migliorarono e fu possibile accedere nelle frazioni con la vespa oppure in mulo. Nel 1978 nell’anniversario dei 50 anni di laurea, fece costruire una grande croce e l’appose in cima al monte che sovrasta
il quartiere di Liparlati, e tuttora la famiglia Fiorentino provvede all’illuminazione notturna della stessa.
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